Sulle dimensioni delle voliere


Altro argomento estremamente dibattuto tra ornitologi e allevatori, riguarda la dimensione degli alloggi da dedicare alle proprie coppie, sia durante il periodo riproduttivo che a scopo di stabulazione dei novelli.

Gli approcci diffusi sono essenzialmente due: da una parte, vi è l’errata tendenza ad individuare l’alloggio minimo indispensabile per poter permettere la riproduzione e, talvolta, questo “gioco al ribasso” è così esasperato da limitare il volume disponibile allo stretto spazio vitale, sufficiente solo per mantenere l’animale in discreta salute apparente nel futuro immediato, perseguendo il modello di un allevamento intensivo di animali da reddito, senza alcuna attenzione per le caratteristiche etologiche delle specie e con scarsa lungimiranza sulla qualità degli esemplari.

D’altra parte, vi è il tentativo dei più appassionati di ricreare un ambiente adatto per le necessità psicofisiche della specie, partendo dall’individuazione del corretto dimensionamento dell’alloggio per giungere a realizzare un buon arricchimento ambientale, ricreando così un vero angolo di natura dove sistemare l’animale. 

 

Nella predisposizione di una voliera dalle misure corrette, si commettono tuttavia diversi errori, scaturiti per lo più da dogmi, pregiudizi e luoghi comuni dell’allevamento amatoriale, tra cui, ad esempio, il famoso “mito del metro cubo”, nato per lo più dalla credenza che i “pappagalli di foresta” si trovino più a proprio agio in spazi ristrettissimi, o il trito e ritrito teorema del “più spazio hanno, meglio è”. 

Sotto tale aspetto, la discussione è complessa, poiché occorre innanzi tutto distinguere le voliere dedicate alla riproduzione da quelle semplicemente adibite al mantenimento degli esemplari, soprattutto novelli, giovani in maturazione e soggetti spaiati. 

 

In generale, è indubbio che le dimensioni degli alloggi siano subordinate alla qualità dei soggetti che si vuole ottenere, e tale ragionamento è applicabile soprattutto per i giovani pappagalli, che avranno necessità di rinforzare la muscolatura e sviluppare gli apparati locomotori attraverso un costante esercizio fisico. Maggiore sarà lo spazio a disposizione, più gli esemplari cresceranno robusti e meglio strutturati: in tal senso, entro il limite del possibile, non esiste una dimensione massima a cui sottostare.
In questo periodo di formazione, è inoltre importante lasciare la possibilità ai novelli di condurre vita comunitaria (ovviamente senza sovraffollare i gabbioni), dal momento che l'instaurazione di rapporti sociali intraspecifici è condizione necessaria per favorire l'autoapprendimento, permettendo ai soggetti di acquisire capacità e potenziare istinti naturali che andranno a costituire un’individuale formazione psicologica.

 

Per quanto riguarda le voliere da riproduzione, occorre condurre qualche riflessione in più, poiché ogni specie deve essere studiata per le peculiarità che possiede in quanto evoluta in un determinato areale e non solamente, come spesso erroneamente accade, tramite l'attribuzione di caratteristiche simili ad altre specie dalla taglia affine. 
E' il biotopo d'origine, e non solo la taglia, a determinare le necessità di spazio di ciascun pappagallo: uno psittacide proveniente da steppe alberate (bush australiano), savane (nord africa), zone montuose e foreste rade (quale la vegetazione monsonica del sud est-asiatico) possiedono una fisionomia estremamente adatta al volo battuto, praticato spesso su lunghe distanze, espressione di una vita movimentata negli spazi aperti da cui provengono. La muscolatura, pertanto, si dimostrerà ampiamente sviluppata e il loro metabolismo regolato sulla base di un consistente esercizio fisico giornaliero. Innumerevoli inoltre saranno le caratteristiche insite nel genotipo della specie che si ricollegano alla conformazione del territorio d'origine, come ad esempio, le abitudini tendenzialmente terricole, oltre che la tendenza ad accumulare peso e rimanere apatici se alloggiati in gabbia. 


Al contrario, i pappagalli provenienti dalle fitte foreste tropico-equatoriali, per lo più centro-africane e americane, dal Costarica al Paraguay, si sono adattati alla vita arboricola con lo sviluppo di una tecnica di volo scattante ma al contempo poco sostenuta, aspetto li rende più timidi e stressabili, oltre che adatti alla crescita e riproduzione in gabbioni meno dimensionati. 
Non sono animali che necessitano di notevole attività aerobica per mantenersi in forma e per tale ragione, resta preferibile trovare un compromesso tra volume disponibile e arricchimento ambientale, restando disposti a sacrificare lo spazio di volo "in eccesso", pur di garantire agli animali un ambiente correttamente riparato, ricco e stimolante, protetto da sguardi indiscreti.

 

Con questi Psittacidi, principalmente cenerini, amazzoni, caicchi, poicephalus, non è sufficiente il solito ragionamento del “maggior spazio possibile a disposizione”, ma occorre ricercare il giusto compromesso tra lo spazio offerto e la necessità tranquillità degli animali. 

Fin dagli albori dell’ornitologia moderna, è risultata nota agli allevatori di Psittacidi la tendenza delle suddette specie a riprodurre meglio, prima e con più frequenza in spazi a volte ridottissimi: questo perché gli esemplari, soprattutto se di provenienza selvatica, credendo di poter controllare con più efficacia un ambiente ristretto, accelerano i tempi di ambientazione e, non possedendo svaghi e distrazioni, si concentreranno sul nido come unica particolarità a disposizione. Come altra faccia della medaglia di questa riproduzione forzata troviamo la compromissione della salute dei riproduttori, che tenderanno più facilmente ad ammalarsi di malattie respiratorie come l’aspergillosi, senza considerare che gli eccessivi sforzi procreativi porteranno all’invecchiamento precoce degli apparati riproduttivi. Per di più, i novelli ottenuti con tecniche di allevamento quasi intensive si presenteranno di qualità senz’altro scarsa: occorre quindi sempre rispettare lo spazio vitale necessario.

La capacità dei pappagalli di riprodurre in gabbie ridotte non ci deve legittimare ad ignorare il buon senso comune e a rinchiuderli in spazi insufficienti all’indispensabile esercizio fisico: anche in tal caso bisognerà predisporre di voliere adeguatamente dimensionate per Psittacidi come caicchi, Bolborhincus, amazzoni, ecc che non vengono considerati grandi volatori ma bensì buoni arrampicatori. 

Non per questo, quindi, occorre imporsi dei limiti massimi assoluti nella dimensione delle voliere, ma piuttosto che scegliere tra una voliera di notevole estensione, su cui risulta complicato effettuare un corretto arricchimento ambientale per fornire la dovuta sicurezza agli animali, resta preferibile optare per una voliera più ridotta ma ben riparata da tutti i disturbi esterni. 

 

Tentando di “schematizzare” tali considerazioni, ho di seguito riportato alcune tabelle che io stesso ho elaborato, con dati reperiti dalla letteratura ornitologica o basati sull’esperienza del sottoscritto, con le misure ritenute adeguate per alloggiare le specie di psittacidi più diffuse in commercio. 

Vi è quindi differenza tra le condizioni d'allevamento considerate sufficienti, ossia indispensabili per permettere agli animali di mantenersi in ottima salute nel lungo periodo, e quelle che, d'altra parte, sono reputate adeguate, ovvero nel rispetto delle caratteristiche etologiche della specie.
A voi la scelta su come giostrarvi in questo "range dimensionale": qualsiasi contributo per migliorare o ampliare i dati intabellati sarà senz’altro gradito.

 

Ciò che occorre ricordare, è che l’esercizio fisico è una delle variabili principali per la massima espressione del fenotipo, ossia la massima formazione, in termini di taglia, struttura e muscolatura che la genetica di una popolazione permette: il corretto dimensionamento dell’alloggio dovrà quindi consentire agli esemplari di ottenere uno sviluppo paragonabile con ad un soggetto allo stato selvatico.

Inoltre, nel valutare l’adeguata estensione, fondamentale è la proporzione tra le diverse dimensioni di un alloggio, altezza, larghezza e lunghezza: senza dubbio la misura più opportuna per permettere agli animali di sviluppare la muscolatura è quella orizzontale, e di fatto essa risulta strettamente necessaria agli animali con buone abilità di volo, dagli Psittacula ai grandi cacatua, tuttavia anche la larghezza e l’altezza giocano un ruolo determinante e devono essere valutate con cura.

 

L’altezza, come è facilmente intuibile, sarà subordinata dalla predisposizione arboricola dei pappagalli, che consentirà ad essi di esercitare le proprie abilità di arrampicatori o semplicemente di garantirsi la privacy necessaria per la cova: ricordiamo infatti che alcuni Psittacidi allo stato selvatico, depongono anche a decine di metri dal suolo. 

Ara, Ecletti e Tanygnathus, solo per citarne alcuni, richiederanno quindi un notevole sviluppo verticale, mentre con i pappagalli terricoli o cosiddetti “pascolatori” sarà preferibile investire le nostre risorse, piuttosto che nell’altezza, in una maggiore estensione orizzontale. 

Analogamente, la larghezza è determinata innanzi tutto dell’estensione alare dell’animale, poiché per garantire spostamenti senza intralci dovrà estendersi per almeno 3/2 dell’apertura massima in volo; tuttavia, oltre a ciò, occorrerà valutare anche fattori come la territorialità della specie o gli arricchimenti che vorremo introdurre in voliera. 

I pappagalli più territoriali e aggressivi che conducono vita di coppia, quali i cacatua, i platycercus o alcune specie di amazzoni, possono giungere a infliggere seri danni al partner in caso di picchi ormonali non sincronizzati, ragion per cui ritrovarsi in uno spazio eccessivamente ridotto può impedire al malcapitato di prendere le dovute distanze dal coinquilino: in particolare una larghezza ridotta può consentire all’aggressore di intrappolare la vittima in un angolo della voliera, tagliando ogni via di fuga. Sarà pertanto necessario dimensionare ulteriormente l’alloggio per scongiurare spiacevoli inconvenienti. 

Concluse queste doverose informazioni, che si limitano per lo più all’alloggiamento di singole coppie riproduttive, riporto di sotto le tabelle già citate.


Specie

Dimensioni

Fondo

Ambiente

Rete

Agapornis (occhio-cerchiati) e taranta:

120x50x50h cm

Griglia di fondo

Soleggiata e ventilata

12x12 mm - filo 1 mm

Agapornis canus:

150x60x80h cm

Griglia di fondo

Soleggiata e ventilata

12x12 mm - filo 1 mm

Agapornis pullarius:

150x60x80h cm

Griglia di fondo

Soleggiata e ventilata

12x12 mm - filo 1 mm

Agapornis roseicollis:

120x50x50h cm

Griglia di fondo

Soleggiata e ventilata

12x12 mm - filo 1 mm

Alisterus scapularis:

4x1x2h m

A terra

Scoperta su 2/3, soleggiata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Amazzona ochrocephala e affini:

3x1x2h m

Sospesa

In parte imboscata, scoperta su 1/3

25x25 mm - filo 2 mm

Amazzona leucocephala

4x1x2h m

Sospesa

Ben riparata, coperta su 1/2

19x19 mm - filo 1,5 mm

Amazzona xanthops

2x1x2h m

Sospesa

In parte imboscata, scoperta su 1/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Aprosmictus erythropterus e affini:

3x1x2h m

A terra

Scoperta su 1/2, soleggiata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Ara ararauna, macao, militaris e affini:

5x2x3h m

A terra

Scoperta su 1/2

25x25 mm - filo 3 mm

Ara auricollis, couloni

4x1x2h m

Sospesa

In parte imboscata, scoperta su 1/3

25x25 mm - filo 2 mm

Aratinga jandaya:

2,5x1x1,5h m

Sospesa

In parte imboscata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Aratinga solstitialis e affini:

3x1x1,5h m

Sospesa

In parte imboscata, scoperta su 1/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Barnardius zonarius:

2,5x1x1,5h m

A terra

Scoperta su 1/2, soleggiata

12x12 mm - filo 1 mm

Bolborynchus lineola e affini:

150x60x80h cm

Griglia di fondo

Imboscata e riparata

12x12 mm - filo 1 mm

Brotogeris e Psilopsiagon e affini:

200x60x80h cm

Griglia di fondo

Ben soleggiata

12x12 mm - filo 1 mm

Cacatua, Probosciger, Lophochroa e affini:

5x2x2h m

A terra

Scoperta su 3/5, soleggiata

50x25 mm - filo 3 mm

Charmosyna, Psitteuteles, Vini e affini:

2x1x1,5h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

12x12 mm - filo 1 mm

Coracopsis vasa e nigra:

5x1x2h m

Sospesa

Scoperta su 1/2, imboscata

25x25 mm - filo 2 mm

Cyanoliseus patagonus:

3x1x2h m

A terra

Scoperta su 2/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Cyanoranphus novazelandiae:

2,5x1x1h m

A terra

Fresca e ben imboscata

12x12 mm - filo 1 mm

Diopsittaca nobilis, Orthopsittaca manilata:

3x1x2h m

A terra

In parte imboscata, scoperta su 1/2

19x19 mm - filo 1,5 mm

Eclectus roratus:

4x1x2,5h m

Sospesa

Ben imboscata, scoperta su 1/3

25x25 mm - filo 2 mm

Eolophus roseicapilla:

4x1x2h m

A terra

Scoperta su 2/3, soleggiata

25x25 mm - filo 1,5 mm

Eos bornea e affini:

3x1x2m

Sospesa

Ben areata e imboscata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Eupsittula canicularis:

3x1x2h m

Sospesa

In parte imboscata, scoperta su 1/2

12x25 mm - filo 1,5 mm

Forpus coelestis, passerinus e xanthops:

120x50x50h cm

Griglia di fondo

Imboscata

12x12 mm - filo 1 mm

Lathamus discolor:

2x0,6x1h m

A terra

Soleggiata, scoperta 1/2

12x12 mm - filo 1 mm

Loricolus galgulus e vernalis:

2x1x1h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

12x12 mm - filo 1 mm

Melopsittacus ondulatus:

120x50x50h cm

A terra

Soleggiata

12x12 mm - filo 1 mm

Myiopsitta monachus:

3x1x2h m

A terra

In parte imboscata, scoperta su 1/2

12x12 mm - filo 1 mm

Nandayus nenday e affini:

3x1x2h m

Sospesa

In parte imboscata, scoperta su 1/2

12x25 mm - filo 1,5 mm

Neophema splendida e affini:

150x60x80 m

A terra

Soleggiata, ben ventilata

12x12 mm - filo 1 mm

Nymphicus hollandicus:

2,5x1x1,5h m

A terra

Soleggiata e scoperta su 1/3

12x12 mm - filo 1 mm

Phigys solitarius:

2x1x2h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

12x12 mm - filo 1 mm

Pionites melanocephalus e leucogaster:

2x1x2h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Pionus maximiliani e affini:

3x1x2h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Platycercus adscitus, eximius e affini:

3x1x1,5h m

A terra

Soleggiata e scoperta su 2/3

12x12 mm - filo 1 mm

Platycercus elegans:

4x1x2h m

A terra

Soleggiata e scoperta su 2/3

12x25 mm - filo 1,5 mm

Poicephalus meyeri, gulielmi e cryptoxanthus:

2x1x2h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Poicephalus robustus e fuscicollis:

3x1x2h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/3

25x25 mm - filo 2 mm

Poicephalus senegalus, rufiventris e affini:

2x1x1,5h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Polytelis alexandrae, swainsonii e affini:

3x1x1,5h m

A terra

Soleggiata e scoperta su 2/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Psephotus haematonotus e Psephotellus:

2,5x1x1,5 m

A terra

Soleggiata e scoperta su 1/2

12x12 mm - filo 0,8 mm

Pseudeos fuscata e cardinalis:

3x1x2h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

19x19 mm - filo 1,5 mm

Psittacula alexandri:

3x1x1,5h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/2

12x25 mm - filo 1,5 mm

Psittacula cyanocephala e roseata:

3x1x1,5h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/3

12x12 mm - filo 1 mm

Psittacula eupatria e derbiana:

4x1x2h m

A terra

In parte imboscata, scoperta su 1/3

25x25 mm - filo 2 mm

Psittacula krameri:

3x1x1,5h m

A terra

In parte imboscata, scoperta su 2/3

19x19 mm - filo 1,5 mm

Psittaculirostris e Cyclopsitta:

2x1x1,5h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

12x12 mm - filo 1 mm

Psittacus eritacus:

2x1x2h m

Sospesa

Ben areata e imboscata, scoperta su 1/3

25x25 mm - filo 2 mm

Pyrrhura molinae, perlata pacifica, egregia e affini:

2x0,6x1h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/2

12x12 mm - filo 1 mm

Pyrrhura hoffmanni, cruentata

3x1x1,5h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/2

12x12 mm - filo 1 mm

Tanygnathus megalorhyncus:

4x1x2h m

Sospesa

Imboscata, scoperta su 1/2

50x25 mm - filo 2 mm

Trichoglossus haematodus, rubritorquis e affini:

2,5x1x1,5h m

Sospesa

Ben areata e imboscata

12x25 mm - filo 1,5 mm