L'acquisto di un pappagallo


L’acquisto degli esemplari da introdurre in allevamento è forse il passaggio che un neofita affronta con maggiore leggerezza, spesso ammaliato dalla smania di entrare in possesso di una nuova specie o coppia, che rappresenta per lui un vero e proprio traguardo nella crescita del suo hobby.

Ecco invece che viene ad essere trascurato un elemento primario per poter raggiugere i risultati sperati: di fatto, l’impiego di una buona tecnica di alloggiamento e alimentazione, la capacità di interpretare le necessità e le dinamiche comportali dei soggetti e tutte le restanti abilità, che rendono un allevatore degno di questo nome, passano presto in secondo piano se risultano applicate su esemplari presentanti uno scarso potenziale riproduttivo.

Il momento dell’acquisto diventa ancor più fondamentale se consideriamo che, trattando animali vivi, diviene alquanto complesso, per non dire impossibile, riuscire a far corrispondere il prezzo proposto nella compravendita al reale valore dell’animale, quest’ultimo dato dalla somma di pregi e i difetti dello stesso: ciò è conseguenza del fatto che il valore intrinseco di un soggetto non dipende solo dall’età o dalla specie, ma dalla qualità dell’individuo e da tutta una serie di fattori che riguardano la fisiologia, lo stato di salute, i caratteri psicologici e via discorrendo, molti dei quali non sono rilevabili e documentabili, oppure richiedono la capacità di intrecciare innumerevoli aspetti non facili da cogliere in assenza di lunghi decenni d’esperienza nel settore.

Se aggiungiamo a ciò l’alto tasso di “truffaldoneria”, per dirla in volgare, che purtroppo affligge particolarmente gli appassionati (e non solo) di questo hobby, interessati al solo introito economico, e il considerevole valore degli animali, nonché il fiorente mercato da cui dipendono, otteniamo che un piccolo errore nelle valutazioni che faremo all’acquisto potrà esitare rapidamente in ingenti perdite pecuniarie.

E’ certamente improprio attribuire ai nostri pappagalli una determinata cifra monetaria che ne designi il loro valore in quanto tale, poiché trattandosi di animali d’affezione rappresentano per il proprietario un bene inestimabile, non comparabile a quello di un qualsivoglia oggetto; tuttavia, alla luce di floridi commerci che coinvolgono gli animali esotici, mi trovo costretto ad adottare un approccio prettamente materialista per eludere frequenti problematiche legate alla compravendita: ancora oggi, ad esempio, molte persone risultano convinte che acquistare animali detenuti in barbare condizioni possa essere considerato un atto di umana compassione, contribuendo così a finanziare i negozianti privi di scrupoli a discapito degli allevatori che investono sul benessere animale.

I primi due concetti imprescindibili per evitare errori grossolani nell’acquisto sono i seguenti:

1) Ogni animale costa almeno quel che vale. In tal senso, mi capita spesso di conversare con persone estremamente fiere dell’affare appena concluso in qualche fiera o su qualche sito poiché sono riuscite ad acquistare animali ad un prezzo leggermente inferiore a quello di mercato. Occorre invece comprendere che anche il mondo dei pappagalli è sottoposto alle leggi del mercato e nessuno, tantomeno un commerciante, commetterà mai l’errore di cedere un animale a meno del suo reale valore: pagare un animale una cifra inferiore, salvo i casi in cui il cedente si trovi in situazione di stretta necessità (ma queste sono alquanto rare, più di quanto molti ci vogliano far credere), significa aver acquistato un animale di qualità scarsa. Non è sempre vero il contrario: pagare esageratamente un esemplare, infatti, non è quasi mai garanzia di altissima qualità, ma piuttosto di una sopravvalutazione del cedente, che ha guadagnato speculando sul prezzo

2) La qualità di un esemplare non mai è direttamente proporzionale al potenziale riproduttivo: se con un’ottima coppia otterremo il 100% risultati, non è detto che con una coppia discreta otterremo il 50%, ma più verosimilmente avremo risultati nulli. Investire sulla qualità è quindi necessario e indispensabile: acquistando esemplari di qualità leggermente inferiore si risparmia una cifra irrisoria rispetto a quella che sarebbe stato possibile guadagnare se gli animali si fossero trovati in ottimo stato.

Compresi a fondo questi due primi pilastri non resta che capire come procedere nella valutazione oggettiva di un pappagallo da riproduzione: in questa fase occorre premunirsi della massima competenza e del massimo beneficio del dubbio, poiché la valutazione di un esemplare vivo spetta esclusivamente al nostro criterio di giudizio, che si assumerà la responsabilità di riconoscere anzi tempo tutti i possibili difetti dell’animale che si andrà ad acquistare.

Innanzi tutto occorre informarsi sul reale valore di mercato dell’esemplare, il quale dipenderà principalmente dalla specie e dall’età: gli animali molto giovani, così come molto anziani, saranno valutati ad un livello inferiore, sebbene il puntare sui novelli significhi investire sul tempo, mentre con soggetti più attempati vi è il rischio, dato dalla minor malleabilità dei riproduttori di fronte alle novità, di vanificare l’intera cifra versata. Spesso si commette l’errore di valutare eccessivamente un esemplare molto maturo, credendo che ciò sia sinonimo di esperienza riproduttiva, quando a volte la maturità nasconde un passato di sfruttamento o di insuccessi in allevamento.

Rivolgersi ad allevatori in possesso di numerose coppie conferisce una garanzia, poiché oltre ad avere possibilità di scelta, la legge della domanda e dell’offerta, presente in qualsiasi attività commerciale, ci garantirà che il prezzo proposto sia quanto meno verosimile. Ciò impedirà al venditore di sopravvalutare gli animali, pena la mancata cessione, ma distoglierà anche l’acquirente da quell’orribile tentazione di voler sempre e comunque trattare sul prezzo: se non risulta disposto a valutare correttamente un soggetto, il solito furbetto della domenica mattina in cerca dell’affare del momento sarà costretto a lasciare il posto ad un candidato realmente interessato.

Ma passiamo finalmente all’aspetto tecnico: i due parametri da valutare sono:

1) Lo stato fisico: il che comprende sia lo stato di salute in senso più elementare, sia quelle caratteristiche fisiche che potranno determinare o meno il successo riproduttivo.

2) Il vissuto dell’individuo, ossia le esperienze riproduttive e sociali che ha avuto, oltre che la sua formazione psicologica con annessi gli eventuali traumi dovuti a stress o eventi anomali che potrebbero aver turbato la sua sanità mentale. Tale aspetto sarà il più complesso da valutare poiché occorrerà basarsi solamente su quanto osservato o intuito al momento dell’acquisto, nonché su quanto rigidamente documentato… e nulla di più!

In caso si opti per i novelli, il secondo punto sarà notevolmente agevolato, ma d’altra parte dovremo attendere un periodo maggiore di tempo prima che un risultato riproduttivo confermi la bontà del nostro acquisto.

Sorvolando quindi le più banali considerazioni sullo stato sanitario di un pappagallo, riguardo al quale sono reperibili sul web innumerevoli guide, risulta invece importante ricordare quali parametri controllare per valutare la prestanza fisica di un riproduttore: un buon livello di robustezza, capacità di resistenza allo stress, vitalità e disponibilità di energie saranno indispensabili per ottenere ottimi risultati.

A tal fine è fondamentale controllare:

1) Lo stato delle zampe: unghie o falangi mancanti in alcune specie potrebbero ostacolare la copula, cosi come unghie troppo lunghe o uno scheletro rachitico potranno essere sinonimo di qualche patologia o carenza alimentare. Le zampe devono apparire robuste ed in grado di stringere posatoi di diverso diametro senza costringere il volatile a divaricare le gambe o scaricare il peso sul margine laterale della pianta d’appoggio.

2) Lo sviluppo della muscolatura e l’assenza di accumuli di grasso: il soggetto deve mantenere un portamento fiero e in condizione di riposo deve apparire netta la curvatura della nuca e del petto.

La palpazione è importante per rilevare lo stato del petto dell’animale, il quale dovrà apparire in carne senza mostrare uno sterno eccessivamente sporgente, e dell’addome, che a sua volta dovrà permettere di rilevare le ossa pubiche e presentarsi snello, privo di accumuli di grasso. In posizione eretta dovrà avere un profilo lineare e non appoggiare sul posatoio o incurvarsi nella tipica sacca di tessuto adiposo appena superiormente al sottocoda.

3)Situazione di becco e narici: la rinoteca e la gnatoteca devono essere simmetriche e non presentare un eccessivo sviluppo, spesso sintomo di problematiche alimentari. Similmente narici rotte o deformi dovrebbero far destare ulteriori sospetti, cosi come una cera non perfettamente pulita. In alcune specie, come gli ecletto e gli Psittacula, il colore e la pulizia del becco sono un importante indice dello stato di salute complessivo.

4)Condizioni del piumaggio: deve ovviamente presentarsi completo e uniforme; acquistare animali in situazioni di muta pesante, con zone deplumate, potrebbe rivelarsi molto rischioso perché risulta difficile distingue una situazione transitoria da una permanente, la quale potrebbe nascondere patologie anche altamente infettive. Ciò non basta, poiché lo stato delle piume dovrà presentarsi ottimale: le barbe dovranno essere sane e complete, disposte a parallele o a raggera, il rachide liscio e pulito, il vessillo uniforme. Piume spezzate, rovinate ma anche semplicemente sciupate ci suggeriscono che l’animale non si trova in perfetta forma. Le parti del piumaggio più sensibili in caso di problematiche di salute sono la pancia e le ali: mancanza di copritrici sul petto o barbe sfilacciate ed eccessivamente vaporose sull’addome possono ad esempio nascondere patologie epatiche, così come occorre sempre valutare il dorso delle ali, che deve presentarsi aderente, nonché la completezza di tutte le remiganti.

L’abilità nel volo non è sempre utile per determinare la qualità, ma in caso di problemi negli spostamenti aerei occorrerà sempre individuarne la causa, per escludere che l’animale possa essere debilitato. Occorre inoltre tenere presente che in determinate situazioni, come allevamento in colonia, l’avvicinamento a un nuovo partner o la riproduzione in grandi voliere, l’incapacità a volare può rappresentare un impedimento.

Una visita veterinaria precedente all’acquisto potrà escludere i rimanenti dubbi: il candidato acquirente deve sempre riservarsi il diritto, qualora lo ritenga necessario, di sostenere a proprie spese tutti gli esami desiderati e di rivolgere a personale veterinario competente le proprie domande sullo stato clinico dell’esemplare.

I controlli solitamente consigliati, soprattutto se l’animale porta alle spalle diversi anni di sfruttamento riproduttivo, sono:

- una laparoscopia, per osservare lo stato degli apparati e degli organi interni, in particolare delle gonadi, del fegato e delle sacche aeree. Sarà così possibile rilevare l’età riproduttiva e il livello di invecchiamento (in caso di femmine, le cicatrici ovariche suggeriranno recenti deposizioni), escludere patologie a carico di fegato e reni, oltre che sondare la presenza di eventuali organismi patogeni: non è infatti raro rintracciare accumuli di materiali estraneo sulle sacche aree dovuti a malattie come l’aspergillosi.

- tampone cloacale e faringeo, per analizzare eventuali ceppi batterici presenti e individuare gli antibiotici a cui risultano sensibili.

- emocromo, utile per risalire ad eventuali infezioni presenti nell’organismo e innumerevoli altre problematiche a livello metabolico.

- esami specifici per accertare la negatività alle più comuni malattie infettive.

Passando infine al vissuto dell’individuo, occorrerebbe sempre documentarsi sull’origine dell’esemplare, sul numero di riproduzioni concluse con successo o sulle problematiche rilevate, sul tipo di ambiente e di partner con cui ha vissuto, e sui nominativi dei proprietari presso cui è stato alloggiato o, in caso di soggetti giovani, sulle modalità di allevamento grazie alle quali ha potuto nascere e formarsi. Il tutto dovrebbe essere documentato e se ciò non è possibile (per ovvie ragioni, che spesso si verificano) dovremmo considerare come certo solamente ciò che possiamo osservare: per tale ragione risulta fondamentale rivolgersi direttamente ad un allevatore competente o mostrarci sospettosi se l’origine dell’animale appare incerta (come situazioni in cui il soggetto è di provenienza estera e non marcato o in cui la data riportata sull’anello e quella del protocollo rilasciato dall’ufficio CITES non corrispondono).

Ogni specie, a partire dalla nascita, attraversa un periodo sensibile di determinata durata in cui avviene la formazione psicologica dell’esemplare: essa è determinata da ambiente, stimoli ricevuti, interazioni sociali intraprese, livello di vita comunitaria e via discorrendo.

Tutti questi dati sono indispensabili per ricostruire uno storico del vissuto dell’animale e prevedere a quale età e con quali risultati esso potrà riprodursi: alcuni pappagalli, come cacatua e cenerini, avranno maggiore difficolta a procreare senza aver ricevuto un corretto apprendimento genitoriale e reciproco in seguito allo svezzamento… ciò potrà esitare in turbe comportamenti con rottura di uova e infanticidio, oltre che banalmente difficoltà nella copula.

Anche l’osservazione del pappagallo nella voliera in cui risulta già ambientato può permettere di rilevare anomalie che il soggetto tenderebbe a mascherare se sottoposto a stress.

Per concludere, tengo a ricordare che raramente risulta possibile ottenere la quasi totalità delle informazioni riportate, ma ciò non ci deve sistematicamente dissuadere dall’acquisto: ci farà tuttavia coscienti delle eventuali problematiche che l’animale potrebbe celare, rendendoci così acquirenti consapevoli e non sempre pronti ad attribuire i propri insuccessi riproduttivi alla scarsa qualità del pappagallo che ci è stato ceduto, invece che alla propria abilità di allevatore, sempre bisognosa di perfezionamento.