Il genere Psittacula

Tra gli Psittacidi più affascinanti su cui si è concentrata la maggiormente mia attenzione in questi anni d’allevamento troviamo i parrocchetti Psittacula, un genere straordinariamente vasto, comprendente ben 15 specie, tra cui 2 totalmente estinte, che presenta una notevole varietà ed eterogeneità tra i suoi componenti: esso risulta composto sia dal più comune tra i parrocchetti, lo Psittacula krameri, che dal più raro(1), lo Psittacula echo; similmente, la taglia dei suoi rappresentanti spazia dall’esile Psittacula calthorpae (appena 28 cm) al maestoso Psittacula eupatria (quasi 62 cm)(2); non meno differente è poi l’areale di diffusione, che si estende dalle coste atlantiche del Senegal alle isole indonesiane nel Pacifico (3), senza contare le innumerevoli colonie alloctone di P. krameri manillensis in Europa e nelle Americhe: le cime dell’Himalaya fin oltre i 4000 m (2), le foreste monsoniche di India e Sri Lanka, cosi come le boscaglie di Africa o di Cambogia, Cina e Laos hanno plasmato in milioni di anni d’evoluzione questi splendidi Psittacidi.

 

In cattività le specie allevate e studiate sono grossomodo una decina, alcune delle quali – come il parrocchetto dal collare e il testa di prugna – largamente conosciute dal grande pubblico, mentre altre sono state fin ora mantenute e riprodotte solo da una ristretta nicchia di allevatori. Il contributo di questi appassionati ci ha permesso di acquisire un enorme bagaglio di informazioni, nozioni scientifiche e esperienze pratiche sull’etologia, la fisiologia e la riproduzione di questi parrocchetti. Personalmente ho avuto modo di dedicarmi all’allevamento - e pertanto allo studio diretto - di 8 specie tra le 10 sopracitate: mancano alla collezione i tanto ambiti P. calthorpae e P. longicauda, mentre P. intermedia e P. caniceps non registrano pressoché presenze negli allevamenti europei. 

 

Per considerarli e descriverli in modo più preciso, mi risulta utile suddividere il genere in quattro sottogruppi distinti, che pur non presentando alcuna validità tassonomica e scientifica, riuniscono specie con peculiarità comuni e spesse volte derivanti dal medesimo ramo evolutivo. Possiamo quindi idealmente suddividere gli Psittacula nei 4 seguenti insiemi:

Gruppo 1) Krameri, Eupatria, Echo e Wardi (4): dimorfismo sessuale basato principalmente sulla presenza del collare caratteristico dei maschi e sulle differenti dimensioni di corpo, becco e testa; per quanto si conosce, presentano una più spiccata tendenza frugivora e necessitano di una dieta moderatamente grassa; il periodo riproduttivo è senz’altro precoce se confrontato con quello di altri Psittacula; la coda è appuntita e ha un discreto sviluppo; risulta inoltre notevole l’apertura alare, che suggeriscono particolari abilità nel volo, mentre il becco è quasi sproporzionato rispetto al corpo; forte l’aggressività tra partner e spiccata territorialità.

Gruppo 2) Alexandri, Derbiana, Caniceps: dimorfismo sessuale basato sulla colorazione del becco, buone capacità di sopportazione del freddo, marcature scure su collo e guance, ma totale assenza di marchi alari rossi, sostituiti da sfumature giallo-verdi, coda meno sviluppata in confronto ad altri congeneri, dieta notevolmente più proteica e lipidica, con frequente consumazione di insetti e altre proteine animali, atteggiamento particolarmente schivo ma buona predisposizione a diventare ottimi pet (oss. pers), particolare tendenza alla manipolazione e masticazione di oggetti in legno; la diffusione maggiore risulta al di fuori della penisola indiana, con stabili popolazioni in Cina e nel sud est asiatico.

Gruppo 3) Columboides, calthorpae e Longicauda: anch’essi possiedono dimorfismo sessuale affine al gruppo appena descritto, ma presentano scarsa capacità di sopportazione del freddo e tendenza a nidificare nelle regioni costiere a clima mite. In alcuni casi la scarsa diffusione in cattività è stata attribuita a notevoli difficolta di adattamento e acclimatazione; indole forastica, spiccata timidezza e particolare tendenza ad ingrassare, il che suggerisce la necessità di una dieta magra ma discretamente proteica; becco ridimensionato e testa di proporzioni ridotte. Presenza di un collare notevolmente marcato, in P. longicauda e P. calthorpae si giunge a intravedere la presenza dei “baffi guanciali” descritti per il secondo gruppo.

Gruppo 4) Himalayana, Roseata, Intermedia e Cyanocephala: caratterizzati da taglia ridotta e becco ridimensionato, coda particolarmente sottile con estremità a goccia, una dieta meno calorica, peculiare calotta di color rosa o prugna in contrasto con una livrea prevalentemente verde, caratteristici marchi alari rossi, periodo riproduttivo più tardivo, diffusione circoscritta alla penisola indiana e all’area sud-orientale dell’Indocina; il richiamo meno acuto suggerisce la nidificazione in aree più aperte; minor aggressività intraspecifica (oss. pers); abitudini più sedentarie rispetto ai congeneri. L’ipotesi di legami evolutivi in questo gruppo è accreditata da incroci ibridi allo stato selvatico (5)

Nonostante tale raggruppamento sia del tutto arbitrario, trovo che i criteri utilizzati, che considerano principalmente peculiarità anatomiche e fisiologiche, areale di distribuzione, dimorfismo sessuale e comportamento riproduttivo, tratti caratteristici nella livrea ed etologia delle specie, siano - con le debite eccezioni - rispettati in tutti i casi.

Molte delle caratteristiche descritte sono certamente un denominatore comune in tutti gli esponenti del genere (corpo affusolato, attitudini nel volo, tendenze alimentari…), tuttavia ritengo che risultino più o meno accentuate a seconda del raggruppamento preso in esame, i cui esponenti differiscono in simile misura dagli altri congeneri.

 

Note:

(1) L’attuale popolazione di parrocchetto delle mauritius Psittacula echo si attesta intorno ai 580 esemplari, in confronto con la tanto conosciuta ara di Spix che si attesta a 130 individui. (Dati 2015)

(2) La sottospecie Psittacula eupatria nipalensis può raggiungere allo stato selvatico la taglia di 62-64 cm, in confronto ad altre sottospecie più ridimensionate che non superano i 56-58 cm.

(3) Rispettivamente gli areali di P. krameri krameri e P. longicauda

(4) Mentre le scarse informazioni raccolte sullo Psittacula exul prima della sua definitiva estinzione non ci permettono di catalogarlo correttamente, lo Psittacula wardi può essere a pieno titolo inserito nel primo gruppo, a tal punto da essere considerato da alcuni autori sottospecie del P. Eupatria

(5) Si ritiene che lo psittacula intermedia sia frutto dell’evoluzione parallela di una linea di sangue ibrida tra P. cyanocephala e P. himalayana